…storia di Rigoso

C’è un arco di tempo che connota in modo indelebile il passato di questo borgo Appenninico, al confine fra tre province (Parma, Reggio Emilia, Massa Carrara) e due regioni (Emilia Romagna e Toscana), un lasso lungo circa 900 anni. Tanto durarono la Corte di Nirone, poi di Rigoso e infine di Monchio: un singolare periodo di pace in una “terra di mezzo”, le cui prime notizie risalgono all’anno 879, quando queste vallate divennero feudo del vescovo di Parma, e terminato con la soppressione dei feudi da parte dell’amministrazione napoleonica nel 1805.

Narrare cosa furono le Corti e cosa fu Rigoso ai tempi di questa giurisdizione fortemente autonoma significa anche fare un “viaggio” nel Dna dei nostri progenitori: gente dallo spirito libero, intraprendente, nata al confine e quindi con una forte propulsione verso gli scambi e il commercio, nonostante le difficoltà di una vita aspra che non faceva sconti a nessuno. L’immagine può apparire lontana ma se le si leva di dosso la polvere e la si guarda alla luce di quanto avviene ai nostri giorni, si scoprirà che gli abitanti di oggi non sono poi così diversi da quelli di allora: certamente ne mantengono le qualità, prima fra tutte la volontà di non confondersi nella massa, di tenere vivo il paese e di confrontarsi con tutti, “al di qua” e “al di là” di quello storico snodo chiamato Passo del Lagastrello.

Non per niente nasce oggi una Cooperativa di Comunità di montagna, non per niente si chiama “Corte di Rigoso”.